Siamo abbracciati da grandi abeti luminosi, avvolti dai suoni e dall’atmosfera
incantata del bosco…
Ad accoglierci sono Gan, Favit e Ian, strane creature, curiose, sagge, simpaticamente dispettose che con parole, gesti e ombre evocano le storie del bosco incantato.
In questa favola che intreccia narrazione, ombre proiettate sugli alberi e giochi di luce, il pubblico viene accompagnato in un mondo di figure magiche e animali fantastici. L’accoglienza è affidata ai folletti, gli Sbilfs, che interagiscono con i presenti, narrano storie, tradizioni, leggende e invitano al rispetto della natura.
NOTE DI REGIA
C’è un bosco fisico e un bosco interiore, uno spazio geografico e un luogo ancestrale che affascina e ci interroga allo stesso tempo.
Da sempre motivo letterario, il bosco è protagonista di innumerevoli e bellissime storie: l’immagine del bosco condensa sia elementi positivi (è rigoglioso, pulsante di vita, incontaminato, gradevole, rilassante…) che negativi (è oscuro, misterioso, inquietante, ostile). E’ la duplice visione, caratteristica del pensiero occidentale, della Natura “benigna” dove regna l’armonia e la bellezza, e della natura “matrigna”, sinonimo di smarrimento e dell’ignoto, luogo di iniziazione e di maturazione.
Anche attraverso l’ambientazione sonora si è cercato di restituire questi aspetti del bosco rendendolo non solo un luogo bello, piacevole, divertente e d’effetto (specialmente al tramonto e nelle ore serali), ma anche un contesto che aiuta a riflettere insegnando e grandi e piccini quale strada percorrere.
Per la parte drammaturgica abbiamo attinto alle storie popolari delle nostre valli: sbilfs, orchi, aganis e strani abitanti di boschi, montagne, grotte e fiumi.
Sono i folletti, custodi del bosco e dei suoi segreti, che ci permettono di entrare in contatto con un mondo fantastico e di capire, con l’incanto e la meraviglia, l’eterna battaglia tra il bene e il male e l’importanza di vivere in equilibrio con la nostra terra.